Il sito archeologico di Saint-Romain-en-Gal rappresenta una delle più grandi aree che testimoniano la civiltà Gallo-Romana in Francia. Con i suoi sette ettari di vestigia del ricco quartiere residenziale Vienne, fu ai tempi una florida colonia romana.
Situato sulle rive del Rodano, principale via di comunicazione per il trasporto di merci tra il mare Mediterraneo e le province del Nord, unitamente alla stessa Vienne, conobbe un forte sviluppo negli anni ‘50 d.C.
La ricchezza della popolazione si percepisce dal lusso delle abitazioni, edificate adiacenti alle terme, ai negozi, alle botteghe artigiane e ai laboratori, consacrandolo uno dei quartieri residenziali più estesi, mai scoperti in Francia!
Per rispondere alle differenti esigenze organizzative del parco archeologico, della galleria espositiva, e delle aree dedicate allo studio e alla conservazione dei reperti, gli architetti Dr. Philippe Chaix e Dr. Jean-Paul Morel, hanno realizzato due edifici di concezione molto differente fra loro.
Gli scavi, conclusi nel 1996, riportano alla luce un’area di più di 12 000 m2.
Lungo il fiume, la struttura che ospita l’esposizione permanente, è stata edificata su pilastri, eretti proprio sopra larea di una villa romana.
Posizionato perpendicolarmente rispetto al Rodano, l’edificio in cemento che accoglie la Reception, appare solidamente ancorato al suolo. La struttura ospita le diverse aree del museo: la biglietteria, l’esposizione temporanea, un negozio ed un ristorante, oltre al centro di ricerca e un laboratorio per il restauro dei mosaici. Costruito su colonne, ledificio che accoglie l’esposizione permanente appare come una vera e propria struttura aerea che riproduce fedelmente la pianta della villa romana, rinvenuta prima della sua costruzione e ben conservata al di sotto di esso. Le facciate trasparenti delledificio offrono una vista dinsieme sul quartiere gallo-romano di Saint-Romain-en-Gal, del Rodano e della città di Vienne sulla riva sinistra. Elemento di impatto paesaggistico, la realizzazione del Museo sul prolungamento del ponte sul Rodano, rappresenta simbolicamente la continuità tra le due rive del fiume, in riferimento all’unione urbana, già presente in epoca romana.